venerdì 10 ottobre 2014

L'abbindolamento del Vecchietto

Sono ormai giorni che mi tocca di assistere a "L'abbindolamento del vecchietto".

Entro in banca, mi accomodo alla postazione di attesa, e poco distante la scena si ripete quasi identica: vecchietto con sguardo sperduto attaccato alla sedia, ascolta la miriade di parole che escono dalla bocca truffatrice del commessucolo impiegato. Quest'ultimo parla da minuti abbassando ed alzando il tono di voce a seconda del tipo di "segreto dell'arricchimento" che sibila, ovviamente riservato solo ed esclusivamente al Sig. Vecchietto davanti a lui. Usa la sua gestualità in modo impeccabile, avvicinandosi, sfiorando, dando sicurezza e affidabilità, e come se non bastasse, va con le parole, striscianti e subdole, a toccare e premere quei tasti miracolosi, che gli aprono le porte del paradiso – o in questo caso del portafoglio del Sig. Vecchietto.

Lo sento ronzare parlando del fatto che al giorno d'oggi, nel nostro paese, accadono cose che nessuno si sarebbe aspettato qualche anno fa: la popolazione è povera, il lavoro manca (solite tiritere) e se per sbaglio il Sig. Vecchietto dovesse invitare a casa sua degli amici, che accidentalmente dovessero inciampare nel tappeto di ingresso e dovessero frantumarsi la testa, il Sig. Vecchietto potrebbe incorrere in una causa legale, perché si sa, "gli amici sono amici, ma ultimamente sono amici più consapevoli!"