Sono ormai giorni che mi
tocca di assistere a "L'abbindolamento del vecchietto".
Entro in banca, mi accomodo
alla postazione di attesa, e poco distante la scena si ripete quasi
identica: vecchietto con sguardo sperduto attaccato alla sedia,
ascolta la miriade di parole che escono dalla bocca truffatrice del
commessucolo impiegato. Quest'ultimo parla da minuti abbassando ed
alzando il tono di voce a seconda del tipo di "segreto
dell'arricchimento" che sibila, ovviamente riservato solo ed
esclusivamente al Sig. Vecchietto davanti a lui. Usa la sua
gestualità in modo impeccabile, avvicinandosi, sfiorando, dando
sicurezza e affidabilità, e come se non bastasse, va con le parole,
striscianti e subdole, a toccare e premere quei tasti miracolosi, che
gli aprono le porte del paradiso – o in questo caso del portafoglio
del Sig. Vecchietto.
Lo sento ronzare parlando
del fatto che al giorno d'oggi, nel nostro paese, accadono cose che
nessuno si sarebbe aspettato qualche anno fa: la popolazione è
povera, il lavoro manca (solite tiritere) e se per sbaglio il Sig.
Vecchietto dovesse invitare a casa sua degli amici, che
accidentalmente dovessero inciampare nel tappeto di ingresso e
dovessero frantumarsi la testa, il Sig. Vecchietto potrebbe incorrere
in una causa legale, perché si sa, "gli amici sono amici, ma
ultimamente sono amici più consapevoli!"
Non pienamente soddisfatto – passa, quasi come un mago, all'argomento tabù – afferma quanto lui non voglia assolutamente risultare razzista, perché mai si riterrebbe tale, ma se per sbaglio, qualcuno, ascoltando le sue parole, dovesse maliziosamente intenderlo a quel modo, beh allora che sia pure (sprezzante del pericolo che corre, pur di confidare la perla al Sig. Vecchietto – un eroe praticamente) e "baam", fa partire il colpo mortale: "sa, ultimamente se ne sente di ogni, loro vengono qui, nel nostro paese, e "non conoscono" le regole, non si adattano alle leggi, ai principi, perché hanno culture differenti, stili differenti, PERò (il "però" più passionale che abbia mai sentito) i diritti li conoscono tutti, dal primo all'ultimo! Supponiamo che lei parcheggi l'auto in discesa e si scordi di tirare il freno a mano, e la sua auto, accidentalmente, vada ad urtare un'altra auto loro, o addirittura loro figlio, beh, sappia che non ci vorrà molto prima che questi la lascino – mi permetta l'espressione - senza pantaloni, perché lei ben sa che l'assicurazione non copre questo tipo di eventualità.", asserzione completamente ingannevole e falsa.
Non pienamente soddisfatto – passa, quasi come un mago, all'argomento tabù – afferma quanto lui non voglia assolutamente risultare razzista, perché mai si riterrebbe tale, ma se per sbaglio, qualcuno, ascoltando le sue parole, dovesse maliziosamente intenderlo a quel modo, beh allora che sia pure (sprezzante del pericolo che corre, pur di confidare la perla al Sig. Vecchietto – un eroe praticamente) e "baam", fa partire il colpo mortale: "sa, ultimamente se ne sente di ogni, loro vengono qui, nel nostro paese, e "non conoscono" le regole, non si adattano alle leggi, ai principi, perché hanno culture differenti, stili differenti, PERò (il "però" più passionale che abbia mai sentito) i diritti li conoscono tutti, dal primo all'ultimo! Supponiamo che lei parcheggi l'auto in discesa e si scordi di tirare il freno a mano, e la sua auto, accidentalmente, vada ad urtare un'altra auto loro, o addirittura loro figlio, beh, sappia che non ci vorrà molto prima che questi la lascino – mi permetta l'espressione - senza pantaloni, perché lei ben sa che l'assicurazione non copre questo tipo di eventualità.", asserzione completamente ingannevole e falsa.
Non è finita qui: ancora
non contento, prosegue dicendo che tutte le disgrazie che abbiamo
intorno, le portano loro, le abbiamo da quando l'Italia – povera
Italia – è diventata uno sbarco continuo: "non so se si rende
conto ma anche il suo vicino, per una banale incomprensione riguardo
ad un vaso di fiori mal posizionato sul suo balcone, potrebbe farle
passare dei seri guai, perché sa, sono invidiosi, hanno tutto da
noi, eppure sono invidiosi delle nostre vite!". Vedo il Sig.
Vecchietto annuire, frastornato ma convinto, la realtà dei fatti
descritti è palese, gli esempi concreti di situazioni così
familiari l'hanno steso. Una volta agganciato all'amo, non resta che
tirare: "bene, per prevenire tutto ciò e non doversi chiudere
in casa per paura di qualche incidente, con soli tot € al mese lei
ha la possibilità di usufruire della polizza capofamiglia", le
parole gli escono automatiche, pure e salvatrici, una boccata di aria
fresca, un sospiro di sollievo che porta serenità in questa
condizione di vita così franosa a causa degli "esclusivamente
intenditori di diritti". Il Sig. Vecchietto ormai è agguantato,
è pronto ad affidargli l'anima intera pur di scampare al tragico
destino, decisamente iellato dal commessucolo.
Tralasciando la funzionalità
o la vanità della polizza citata, mi domando a cosa si
appiggliassero, anni fa, pur di convincere delle povere anime a
firmare il pezzo di carta; al giorno d'oggi gli va così comoda,
quale meglio appoggio potrebbe capitargli?
È davvero triste assistere a costruzioni così artefatte di una realtà ben diversa: non importa il paese di provenienza, la cultura o la religione, "HOMO HOMINI LUPUS", appena c'è l'occasione la si coglie al volo. Fingere di appartenere ad un altro pianeta non risolve i problemi.
È davvero triste assistere a costruzioni così artefatte di una realtà ben diversa: non importa il paese di provenienza, la cultura o la religione, "HOMO HOMINI LUPUS", appena c'è l'occasione la si coglie al volo. Fingere di appartenere ad un altro pianeta non risolve i problemi.
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