Sono ormai giorni che mi
tocca di assistere a "L'abbindolamento del vecchietto".
Entro in banca, mi accomodo
alla postazione di attesa, e poco distante la scena si ripete quasi
identica: vecchietto con sguardo sperduto attaccato alla sedia,
ascolta la miriade di parole che escono dalla bocca truffatrice del
commessucolo impiegato. Quest'ultimo parla da minuti abbassando ed
alzando il tono di voce a seconda del tipo di "segreto
dell'arricchimento" che sibila, ovviamente riservato solo ed
esclusivamente al Sig. Vecchietto davanti a lui. Usa la sua
gestualità in modo impeccabile, avvicinandosi, sfiorando, dando
sicurezza e affidabilità, e come se non bastasse, va con le parole,
striscianti e subdole, a toccare e premere quei tasti miracolosi, che
gli aprono le porte del paradiso – o in questo caso del portafoglio
del Sig. Vecchietto.
Lo sento ronzare parlando
del fatto che al giorno d'oggi, nel nostro paese, accadono cose che
nessuno si sarebbe aspettato qualche anno fa: la popolazione è
povera, il lavoro manca (solite tiritere) e se per sbaglio il Sig.
Vecchietto dovesse invitare a casa sua degli amici, che
accidentalmente dovessero inciampare nel tappeto di ingresso e
dovessero frantumarsi la testa, il Sig. Vecchietto potrebbe incorrere
in una causa legale, perché si sa, "gli amici sono amici, ma
ultimamente sono amici più consapevoli!"